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inserimenri blog RACCONTIeOPINIONI marzo 2013

In Senza categoria on marzo 30, 2013 at 11:44 PM

31- L’effetto delle manovre correttive varate dal governo Monti quest’anno ci costerà oltre 14 miliardi di euro di nuovi balzelli

31- Capolavoro del trio Grillo/Bersani/Berlusconi: l’anticostituzionale governo Monti resta in sella. Complimenti a chi li ha votati

31- Mentre a Roma giocano al risiko nazionale… sentite un pò cosa stanno preparando alle nostre spalle! Guai ai poveri!

30- Fanno risorgere Gesù ogni anno per rinnovare da millenni l’oblio di una fede rinnegata dai loro atti per nulla cristiani

30- Lo stato d’ansia per il taglio dei fondi alla disabilità a Roma è un emblematico esempio di tortura di una brutale istituzione

30- Lucia Uva indagata per diffamazione. L’accanimento contro chi si ribella alla violenza in divisa. Ignobile il brutale sit-in contro la mamma di Federico Aldrovandi

30- E’ il giorno della grande manifestazione nazionale no-Muos, ovvero: no al mostro dei conflitti iper-tecnologici del 21° secolo

29- Questo marasma istituzionale è l’altra faccia di una medaglia arrugginita, quella conservata nel baule dei tempi andati

29- Ultima puntata delle inchieste di PresaDiretta su Rai3. A Brescia 25mila persone da 25 anni in una zona mortale

29- Ricerca su impianti petrolchimici e inceneritori: alti livelli di addotti del DNA in età giovanile possono essere associati ad un peggiore stato di salute in età adulta

29- Oli vegetali. Perchè solo sulle confezioni di sigarette è riportato per legge l’ammonimento che nuociono gravemente alla salute umana?

29- Crisi e suicidi. I medici di Lancet: le esatte dimensioni di massa diventeranno chiare solo nei prossimi anni

28- Il quadro sociale è statico come un paziente in coma, quello politico è in movimento intorno al mortale pensiero unico

28- Storie terrificanti, voci di donne migranti che danno voce anche a quante non ce l’hanno fatta. Da ricordare anche dopo l’8 marzo

28- Gli italiani fuori dalla cerchia dei malfattori continua ad impoverirsi, mentre questa classe politica balla sul titanic

28- Come i disoccupati italiani, il numero di stranieri in cerca di lavoro aumenta, dopo che il sistema ha spremuto anche loro

28- Sperimentazioni sugli animali: l’Italia è ancora ferma alla legge del ’92, nonostante la direttiva europea che le vieta

26- Popolino al soldo di un plurindagato, più volte condannato e tante volte salvo per uso privato della legge. Servi o poveracci?

26- Ancora, come ogni maledetto giorno, questo maledetto sistema economico e politico si prende la sua vittima sacrificale

26- Contro i crimini ambientali in piazza il 7 aprile a Taranto, anche per Federico, in una nuova marcia contro l’inquinamento

26- Truffa ai cittadini nelle poste private. Naturali conseguenze delle privatizzazioni dei servizi statali. Oltre ai truffatori dovrebbero pagare chi ha legiferato

26- Welfare italiano il peggiore d’Europa. Privatizzazioni e tagli, le fonti delle molte “inefficienze” della malapianta del clientelismo e della corruzione

25- Avanza la democrazia virtuale! Puoi emozionarti o indignarti con un post o una firma. I notai nei palazzi dorati annoteranno

25- Proroga degli OPG: rinvio causato dal governo dei tecnici che avrebbero avuto tutto il tempo per organizzare il superamento di questi ghetti

25- In un Paese che recinta la libertà dell’umanità migrante nelle istituzioni la civiltà è straniera. Questo Paese è l’italia

25- Le nostre missioni all’estero, da quelle economiche a quelle militare hanno tutte un minimo comune denominatore: la morte

25- I mezzi di comunicazione inducono alla mobilitazione della coscienza secondo ferree regole: partecipare restando seduti

24- Manifestazione il 27 marzo al Pirellone. Difenderemo lavoratrici e lavoratori del San Raffaele ma anche l’eccellenza che questo Ospedale ha sempre garantito

24- Perchè il vaticano può mettere il becco sui fatti italiani ma noi non possiamo difenderci dalle violente e costose incursioni?

24- Il minestrone ammuffito è il piatto forte dell’ideologia con la faccia di Grillo. C’è di tutto, comprese le brioches sinistre

23- La crisi istituzionale la si affronta nelle sedi adeguate a questo sistema politico? Al tavolo da gioco di un bar maleodorante!

23- Acqua in bottiglia. E’ anche un problema di salute. Occorrono azioni per la prom0zione e la diffusione dell’utilizzo dell’acqua di rubinetto

23- Foglio di via a un sindacalista Cobas. L’ennesimo caso di repressione della lotta sindacale. Inquietanti episodi di retaggio di un’altra tragica epoca dimenticata

23- Lettera dal carcere di Davide Rosci, uno dei giovani condannati per la manifestazione del 15 ottobre 2011 a Roma. Il potere incarcera il dissenso

23- E’ incolmabile la distanza del palazzo del potere dalle condizioni materiali e spirituali in cui versa gran parte del popolo

21- La miserabile politica che ci offrono è un pericoloso giuoco ad opera di pance piene sulla groppa di un Paese da soma

21- A Roma, LIBERiamoci, rassegna editoria indipendente. La sala di un ospedale raccontata dallo sguardo di un desaparecido

21- Uno dei mali storici del lavoro. Intervista a Raffaele Guariniello sull’andamento degli infortuni e delle malattie professionali

21- Schiavitù moderna? I lavoratori costretti a mettere una sorta di cintura capace di trasmettere segnali elettronici

21- Era il 20 marzo 1994. Ilaria e Miran erano inviati in Somalia per il Tg3 per documentare la guerra civile somala

20- La delinquenza dei poteri costituiti arriverà fino al furto sui conti correnti? In un Paese di ladri protetti è una cosa logica

20- Sanità e ticket salati: l’austerity nelle regioni in deficit ha provocato tagli massicci di servizi e aumento dei costi. I malati verso il privato

20- Sulcis: è da metalli pesanti l’inquinamento del Sulcis, territorio a vocazione mineraria da millenni.

20- Pubblichiamo l’appello di lavoratrici e lavoratori precari e non, studenti e operai per la manifestazione generale dei migranti

20- Infortuni sul lavoro: Romania, Marocco e Albania, sono e nell’ordine, le comunità straniere che subiscono il numero maggiore di infortuni

20- Nei cinema italiani il film documentario su clero e pedofilia. Le responsabilità di Ratzinger, l’attesa per gli atti del nuovo

19- F35: aspettiamo che venga mantenuta la promessa elettorale……resteremo delusi come il governo indiano sulla parola italiana?

19- La Puglia è la Regione più sviluppata del resto del Sud e il cancro è il prezzo da pagare allo sviluppo ed alla ricchezza?

19- In questo Parlamento c’è una sola unità d’intenti tra i partiti storici e movimento grillino: la fine della civiltà del lavoro

19- Libri & Conflitti. La tortura in Italia, parole, luoghi e pratiche della violenza nei luoghi della repressione isituzionale

17- I codardi media italiani le inventano di tutte per nascondere o ripulire il passato argentino del nuovo Papa. Ci riusciranno?

17- Le indagini sui traffici di rifiuti tossici e radioattivi nel Mediterraneo tra la fine degli anni 80 e i primi anni 90

17- Libri&Conflitti. Lo stralcio dal libro L’ISOLA DEL SILENZIO sui crimini dei militari in Argentina e sulle complicità del clero

17- Femminicidio. La difficoltà di un cambiamento costruttivo e duraturo è tanto alta in un Paese come l’Italia, affidato a Chiesa e reazionari

17- I neo parlamentari M5S hanno come armamentario culturale e cognitivo un apriscatole, vorranno aprire o farsi aprire, a cosa?

16- In un libro “Lo schermo del potere” tesi e riflessioni sul ruolo del femminile nel maschile panorama mediatico italiano

16- Questo è lo stato di cose presenti: la paura governa gli animi di milioni di produttori di ricchezza diventati schiavi di pochi

16- Ieri l’anniversario della morte di Marx la cui opera continua a produrre effetti politici enormi sul corso delle umane vicende

15- Tempi bui per gli ideali laici di democrazia e giustizia e lo spirito non se la passa meglio con questi omuncoli al comando

15- L’inconsistenza ideale, sociale e politica del M5stelle alla reale prova dei fatti, conferma la superficialità degli elettori

15- Eternit killer. Migliaia di lavoratori e mogli e figli, cittadini ignari che abitavano nelle città invase dalle polveri killer

15- Papa Francesco primo, alias Jorge Bergoglio, a Roma con tutto il suo passato di connivenza con la dittatura militare

13- I Marò scappati dall’India. Come ignobili truffatori, questo governo di macelleria sociale in casa, ci ha sporcato all’estero ancor peggio di Berlusconi

13- Storie di ospizi lager. Anziani seviziati e picchiati, altri trovati in stato confusionale nelle metropoli della vergogna

13- I migranti non pesano sul SSN. L’indagine dello “Sportello dei Diritti” ha riguardato 710.879 persone, il 16% della popolazione immigrata in Italia

13- Spett.le redazione Lavoro e Salute. Dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering

13- In questo inquietante scenario weimariano, sconforta che vi sia ancora chi pensi a un governo con Berlusconi

12- L’accozzaglia affarista svela ancora una volta la sua anima sovversiva invadendo l’anticamera dell’odiata giustizia

12- Aborto. Manifesto a cura di: Usciamo dal Silenzio, Libera Università delle Donne, Consultori privati laici

12- Quante e dove sono le missioni militari, ‘umanitarie’ e no, nelle quali è impegnata l’Italia? Qual’è il costo in vite e soldi?

12- La condizione lavorativa soprattutto tra donne e giovani peggiora sempre di più. E’ un costo da pagare a questa politica?

12- In memoria di un militante comunista, uno di quelli spesso vilipesi e posti alla gogna dai media e dai luoghi comuni

10- La confusione politica e istituzionale in Italia ha un retroterra arato da decenni di sconfitte della ragione dei giusti

10- Le relazioni di M5stelle con Confindustria, lobby italiane e internazionali, multinazionali, in particolare dell’informatica e dello spettacolo

10- Divieto totale, in tutta Europa, di testare e commercializzare ingredienti e prodotti cosmetici sperimentati su cavie

10- I bambini maltrattati o abusati, un mondo complesso, difficile entrarci, per capire e tentare di risolvere i loro problemi

9- Gente aliena questa della classe politica vincitrice degli ultimi decenni. Assumono sembianze eteree per imporci le loro leggi

9- Oggi una donna che sceglie di abortire si trova spesso nelle condizioni di dover intraprendere un percorso a ostacoli

9- Sviluppo e salute. Torino, Brescia e Milano le città con la peggiore qualità dell’aria. Troppe morti causate dall’inquinamento

9- Donne e salute. Indagine a cura del reparto di Salute della donna e dell’età evolutiva, Cnesps-Iss

9- La condizione occupazionale delle donne straniere è ancora peggiore di quella delle donne italiane e degli uomini migranti

9- Di Rosa Luxemburg la proposta di dedicare un giorno ai diritti delle donne, prima della strage di donne nella fabbrica Cotton

8- Otto marzo. La violenza dei maschi, la violenza della legge: per ricordare i crimini quotidiani contro le donne

8- Festa internazionale della donna, ogni anno il numero dei reati contro donne e bambine aumenta in modo esponenziale

8- Otto marzo: campagna di solidarietà con le donne greche per il diritto alla salute. Con le Portoghesi, con le spagnole, con……

7- L’inquietante epoca delle infiammate distruttrici delle scienze politiche e sociali. Aspettiamo un’altra repubblica di Weimar?

7- Crisi nella città dei poteri sabaudi e dell’annientamento della classe operaia: la povertà in aumento del 50%

7- Donne e disabilità: lavoro, famiglia, maternità. Restano ancora molte, troppe, le facce della discriminazione

7- Società italiana di medicina delle migrazioni non si notano grandi differenze tra italiani e stranieri. Salute al macero

7- Realtà italica: le conduizioni dei giovani sono in continuo peggioramento, sempre sempre più poveri e senza lavoro

5- Siamo sempre più in una democrazia in fase terminale, senza idee, confronto e mediazioni alte. Solo interessi e vacuità

5- La storiella italica si ripete? Appena un nuovo messia annuncia miracoli è tanta gente è pronta a battersi il petto, in ginocchio.

5- Pubblichiamo l’appello della manifestazione nazionale contro il Muos, il mostro militare statunitense a Niscemi

5- Cosa c’è di peggio di Berlusconi, Monti e i suoi tutori politici? L’infame sistema dell’informazione di giornali e televisioni!

5- Ma l’imbonitore del M5S sa quel che dice? Ma certo che lo sa, ha studiato tutti i ricchi copioni di TreMonti!!!

3- Con il clan 5 stelle il teatrino della politica di casta ha nuove comparse e nuovi sceneggiatori, e il tragico spettacolo va

3- Un popolo senza ideali e autonomia di pensiero, senza capacità di riflessione? Vorremmo sbagliare ma le prove sono tante!

3- Senza soluzione di continuità contro il lavoro pubblico: da Berlusconi, Monti con PD e PdL, per arrivare al movimento 5stalle

3- Licenziato per un paio di scarpe antinfortunistiche. Il lavoratore, gravato da pesanti invalidità, da anni cerca di far valere i suoi diritti nell’ambito dell’ambiente di lavoro

1- Omicidi sul lavoro. Non si può certamente dire che l’Italia è un Paese senza certezze, abbiamo addirittura un dogma!

1- Sentenza ThyssenKrupp: come troppo spesso succede in Italia, la giustizia applicata ai potenti è intrisa di tante variabili indipendenti dai fatti.

1- Sentenza ThyssenKrupp 28 febbraio 2013 Corte d’Assise d’Appello Tribunale di Torino. Comunicato di Medicina Democratica

1- Migranti: in attesa che un nuovo governo (?) decida il da farsi la loro condizione è kafkiana. Riguarda almeno 5 milioni di persone

1- Elezioni: la nobile arte del giornalismo sepolta da altra sporcizia ad opera di penne sudditi dei poteri, chiari e oscuri

1- Vittoria di Pirro Pierluigi: -3 milioni di voti dal 2008, ancora una volta ha annientato i comunisti, Berlusconi fuori dal coma.

Girlfriend in a coma. I rapaci profeti del neoliberismo all’italiana.

In Senza categoria on marzo 5, 2013 at 9:54 am

Pubblichiamo una recensione critica di Massimo Sabbatini del docufilm Girlfriend in a coma di Bill Emmott e Annalisa Piras. Gli autori denunciano le malefatte e le pagliacciate di Berlusconi ma assolvono il resto della classe dirigente italiana rapace e incapace che in questi anni ha proliferato e si è arricchita con e intorno a lui. Anzi, presentano i principali protagonisti delle rovinose politiche di destra di questi anni -i vari Marchionne, Monti, Fornero, John Elkann – come incompresi profeti del liberismo e salvatori della patria. Che cosa c’è dietro questa operazione?

E’ salito ultimamente all’onore delle cronache il film Girlfriend in a coma, il documentario dedicato al declino italiano scritto da Bill Emmot, ex direttore del prestigioso settimanale The Economist (che da direttore della rivista intitolò una copertina Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy), e girato da Annalisa Piras, regista e giornalista corrispondente de L’Espresso da Londra. Il documentario, girato nel 2012, è destinato a fare il giro dei festival e a uscire nelle sale ne 2013, ma il 13 febbraio scorso era prevista un’anteprima nazionale presso la sede del MAXXI (Museo delle Arti del XXI secolo) a Roma. La Presidente della Fondazione MAXXI, Giovanna Melandri, per evitare le polemiche che inevitabilmente sarebbero sorte per la proiezione di quest’opera in periodo di campagna elettorale, aveva però deciso di spostare la data della proiezione a dopo le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. Naturalmente, dalla decisione presa per evitare polemiche sono derivate altre polemiche, accuse di censura etc., tutti elementi che come sempre contribuiscono a dare maggiore visibilità proprio all’opera “censurata”. Infatti non solo la rivista L’Espresso ha tempestivamente organizzato lo stesso 13 febbraio una proiezione a inviti con la presenza di Bill Emmot e Annalisa Piras presso il Teatro Eliseo di Roma e ha reso visibile il documentario in streaming dal suo sito, ma addirittura SKY nei giorni immediatamente successivi lo ha trasmesso per tutti gli abbonati, raggiungendo un pubblico probabilmente superiore a quello che lo avrebbe visto una volta uscito nelle sale. Polemiche a parte, si tratta di un’opera ben realizzata, la regista conosce il suo mestiere, è in grado di usare gli strumenti – anche retorici – del linguaggio cinematografico per raggiungere risultati di sicuro effetto: la scelta dei luoghi delle riprese (su tutti il Duomo di Orvieto e il Pozzo di San Patrizio usato come metafora del declino italiano), i rimandi culturali (La Divina Commedia di Dante), le musiche, la fotografia, l’ausilio di alcune brevi sequenze di disegno animato, sono perfetti e suggestivi. Insomma, una confezione di grande qualità. Il documentario sintetizza in un’ora e mezzo i guasti di venti anni di berlusconismo, ci ricorda episodi e siparietti, vergogne e ruberie, tragedie e màrtiri della storia italiana più recente. La mistificazione Purtroppo però l’intera operazione si traduce in una mistificazione della realtà, facendo di Monti il grande profeta della liberazione d’Italia dal “cialtrone” che aveva governato prima di lui, come se i guasti e il declino dell’Italia fossero quasi esclusivamente colpa di Silvio Berlusconi e non della classe dirigente tutta (compresi i prèsidi della Bocconi) e dei poteri forti – la chiesa cattolica, il mondo del capitale grasso e parassitario, i grandi banchieri, la Confindustria, i padroni dell’informazione – che hanno per anni e anni avallato il suo operato e moltiplicato i propri profitti. Certo, ora che i padroni del vapore hanno abbandonato il vecchio mandrillo, quello che di giorno faceva il pagliaccio, le corna e il cucù e di sera si dedicava al bunga bunga, è scomodo ricordare come lorsignori ne traevano profitto e si arricchivano. Ricordiamo almeno noi quello che Emmot dimentica di dire: fino al 2011 giornali come il Sole24ore, il Corriere della Sera, la Stampa, il Messaggero e i grandi opinion makers cartacei e televisivi erano allineati e coperti sulle politiche economiche e sociali realizzate dal governo Berlusconi (basterebbe solo ricordare certi articoli di quando il ministro Gelmini realizzava il taglio di 85.000 insegnanti e toglieva finanziamenti per 8 miliardi alla scuola pubblica, rileggere le cronache infastidite dei pennivendoli di regime sulle proteste di studenti e lavoratori della scuola), mentre le grandi aziende del sistema capitalistico italiano – da Impregilo a Todini a Caltagirone ad Astaldi a Pizzarotti al gruppo Gavio a Vianini alla CMC di Ravenna etc. – facevano affari con gli appalti di Stato, la TAV, le autostrade, le commesse militari, il Mose, il ponte sullo stretto, i lavori post terremoto etc. Individuare in Berlusconi l’origine di tutti i mali e assolvere la razza padrona rapace e predatoria che ha fatto affari per venti anni con lui e intorno a lui è una mistificazione. E tutti vediamo che con il governo Monti, lì dove è la ciccia (TAV, autostrade, commesse militari etc.) girano gli stessi avvoltoi di prima, anzi, a dirla tutta, per la TAV il governo Monti ha premuto sull’acceleratore dando contemporaneamente un giro di vite repressivo contro il movimento NOTAV con condanne assurdamente pesanti, quindi esemplari, contro i manifestanti. Dalla mistificazione alla santificazione Il documentario di Emmot non solo assolve la razza padrona da ogni complicità e responsabilità con i disastri degli anni di governo di Berlusconi, ma santifica i suoi rappresentanti inscenando delle intervistine reverenziali a Monti, Fornero, Marchionne, John Elkann, Colao. In particolare è rivoltante il modo con cui è fatto parlare Marchionne, con quell’inglese da “io sono il top manager intercontinentale” e quell’arietta tronfia da profeta del neoliberismo, al punto che Emmot stigmatizza con un Nemo propheta in patria, le (poche e solo da sinistra) critiche che Marchionne ha ricevuto. Allora, vogliamo vedere chi è Marchionne? Intanto una persona onesta non può passare sopra l’aspetto morale della residenza fiscale in Svizzera di uno che guadagna (si fa per dire) 4.782.400 euro l’anno (dato 2009): qual è la differenza con le società offshore del gruppo Mediaset e di altri caimani “che vanno chissà dove per non pagar le tasse”? Caimani gli uni, caimano pure questo. Ma parliamo dell’aspetto di cui Marchionne dovrebbe essere responsabile, ovvero la direzione industriale del Gruppo FIAT, limitandoci necessariamente a pochi esempi eloquenti. La direzione Marchionne ha distrutto il marchio Lancia con una serie di errori sia industriali sia strategici gravissimi. Ha tentato di vendere come Lancia Thema la Crhysler 300, un macchinone lungo più di cinque metri e largo un metro e novanta, pesante due tonnellate che consuma come un trattore (per muoversi ha bisogno di un motore 3000 di cilindrata), con un prezzo di vendita d’attacco di 42.000 euro: praticamente chi la compra ammette di essere un deficiente; infatti non l’ha comprata nessuno. Ha rinunciato a progettare e produrre in Italia il van elegante che avrebbe dovuto essere la Lancia Phedra: si è limitato ad appiccicare il marchietto Lancia sul van della Citroen-Peugeot, costruito in Francia nello stabilimento di Valenciennes. Un altro inevitabile fallimento di vendite. Eppure il marchio Lancia aveva delle caratteristiche precise: eleganza, avanguardia tecnologica, originalità! Commercializzando con il marchio Lancia dei prodotti che nulla hanno a che vedere con quella tradizione, si è fatto a pezzi quel nome. Oggi Marchionne dice che il marchio Lancia non ha più appeal. Chi è il responsabile? Andiamo avanti. Dopo l’uscita di produzione della Seicento, il gruppo FIAT non ha più progettato e costruito un modello della fascia di prezzo 7-8.000 euro (la concorrenza ha in campo Ford Ka, Citroen C1, Peugeot 107, Chevrolet Spark, Renault Twingo, Opel Agila, Toyota Aygo, Kia Picanto, Seat Mii, Skoda Citigo, Nissan Pixo, Dacia Sandero, Suzuki Alto, dr1 etc.). Ancora nel segmento delle piccole, il gruppo FIAT in tanti anni non ha mai nemmeno progettato un modello anti Smart. Il SUV FIAT? E’ una Suzuki: il FIAT Sedici è costruito nello stabilimento ungherese della Suzuki. Cambiato nome e marchietto il grande manager ha tentato di venderlo in Italia. Successo commerciale modesto; posti di lavoro creati in Italia zero. Il crossover FIAT? E’ una Dodge, costruito in Messico: il FIAT Freemont. Modelli venduti? Guardatevi intorno. Ma non basta. Nonostante l’esplosione del prezzo dei carburanti, la FIAT è in ritardo sulla progettazione di motori innovativi a basso consumo (la Ford oggi monta sui suoi modelli, compresa la Focus, un nuovo motore benzina turbocompresso con cilindrata inferiore a 1000 e consumi inferiori dal 15% al 20% rispetto ai motori montati in precedenza!). A oggi l’Alfa Romeo non ha un modello allo studio, non sta progettando niente. E’ fermo il progetto per la Nuova Giulia, il modello che avrebbe dovuto sostituire la 159 già nel 2012 e che ora è annunciato per il 2015 (sic!). Pensiamoci e diciamolo ad alta voce: l’Alfa Romeo NON STA PROGETTANDO NESSUN NUOVO MODELLO. Poi fermiamoci un minuto a pensare cosa significa. Ora riascoltate i brani delle interviste in ginocchio di Emmot a Marchionne: nessun accenno a questo disastro, ma un untuoso e incipriato ritratto di un grande manager, profeta del neoliberismo del terzo millennio. Good Italy, Bad Italy e gli animal spirits del neoliberismo A proposito di interviste in ginocchio, in un’altra di queste Emmot ci mette davanti John Elkan a insegnarci che “Il capitalismo, se ben gestito, è un sistema positivo etc.” (naturalmente in inglese, per fare colpo sui gonzi: “Capitalism if well operated…”). In una vecchia puntata di Report erano intervistati gli operai della fabbrica FIAT a Tychy in Polonia. A parte la paura di questi disgraziati di parlare del proprio lavoro all’uscita dalla fabbrica, dove potevano essere visti (fermati dal giornalista col microfono in mano, lo scansavano e tiravano dritti; sono stati intervistati poi in un locale tra una birra e l’altra), sono le informazioni sulle condizioni di lavoro cui sono sottoposti e il loro stipendio di 500 euro al mese a essere eloquenti: Capitalism if well operated… Verso la fine del suo documentario Emmot mette in fila i suoi profeti e gli fa dire cosa sono per loro “Mala Italia” e “Buona Italia”, anzi Bad Italy e Good Italy. Cosa è per John Elkan Good Italy? Quella in cui gli animal spirits del neoliberismo avranno schiacciato ogni resistenza, quella in cui lo stipendio di un operaio italiano sarà basso come quello di uno polacco. Good Italy: il contratto di lavoro di Fabbrica Italia è definito da Emmot una speranza per l’Italia del futuro. Bisogna leggerlo il contratto di lavoro di Fabbrica Italia! E poi parlare con gli operai di Pomigliano, così come l’inviato di Report ha parlato con quelli di Tychy. Ma Emmot queste interviste non le fa, altrimenti avrebbe scoperto come funziona in fabbrica (a Pomigliano, Italy, non a Tychy) il regime delle sanzioni e delle punizioni, sarebbe venuto a conoscenza dell’acquario, la sala a vetri dove l’operaio che ha commesso un errore deve fare autodafé parlando in un microfono essendo visto e ascoltato da tutti., e altre curiosità che un giorno saranno studiate dagli antropologi. Fino all’assurdo: la pausa interna al turno di lavoro ridotta da 20 a 10 minuti. Ma qualcuno pensa veramente che ridurre il tempo della pausa in un turno di lavoro di sei ore filate faccia aumentare la produttività delle persone? Che porti qualche vantaggio all’azienda? No. Serve solo per umiliare l’operaio dicendogli “se vuoi andare a pisciare devi andarci di corsa”. Ma Emmot di queste cosa non parla. D’altra parte forse in una fabbrica non è mai entrato. Però chissà come le giudicherebbe: Bad Italy o Good Italy? Sulle libertà sindacali violate sistematicamente dalla FIAT di Marchionne e John Elkan – gli operai iscritti alla FIOM licenziati e non riassunti a Pomigliano, i tre operai di Melfi, di cui due delegati sindacali, licenziati per rappresaglia – sarebbe superfluo parlare in un paese in cui l’informazione fosse appena appena decente. Ma lo facciamo, perché Emmot trascura completamente di ricordare questi episodi segno del peggior arretramento dei diritti dei lavoratori che si sia visto nei paesi cosiddetti avanzati. A Pomigliano la FIAT aveva prima licenziato e poi riassunto come Fabbrica Italia i lavoratori di quello stabilimento, ma non aveva riassunto quelli iscritti al sindacato che aveva rifiutato di firmare il nuovo contratto di lavoro, cioè la FIOM, il sindacato dei lavoratori metalmeccanici della CGIL. Dei circa 5000 operai che lavoravano a Pomigliano, Fabbrica Italia ne aveva riassunti con il nuovo contratto 2093 (cioè circa il 40%), ma tra questi non figurava nessuno dei 382 iscritti alla FIOM. Gli operai discriminati si sono rivolti a un Tribunale della Repubblica Italiana per ottenere giustizia e il Tribunale del Lavoro di Roma ha dato loro ragione ordinando a Fabbrica Italia Pomigliano di assumerne 145 (circa il 40% dei 382). La FIAT ha presentato ricorso in appello e la Corte d’Appello di Roma ha nuovamente dato ragione ai ricorrenti. 19 di questi hanno avuto anche riconosciuto il diritto a un risarcimento. Marchionne per tutta risposta ha detto che avrebbe messo in mobilità (licenziato) altri 19 dipendenti della fabbrica di Pomigliano. Una vera e propria rappresaglia con lo scopo evidente di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. How would you call this, Mr. Emmot, Good Italy or Bad Italy? Vera Good Italy sono i 382 cittadini lavoratori che pur di fronte allo spettro della disoccupazione non si sono piegati al ricatto e hanno difeso la loro dignità e libertà fino in fondo. Il rinnovamento secondo lorsignori e la Democrazia in coma Il documentario di Emmot presenta Elsa Fornero come una eroina della modernità, la fa principescamente lamentare della lentezza del cambiamento in Italia, delle resistenze dei lavoratori, che la ministra chiama sprezzantemente “i garantiti”: perché lei, che è stata Vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Vice Presidente della Compagnia di San Paolo, membro del Consiglio direttivo della Società Italiana degli Economisti, membro del Comitato Scientifico di Confindustria, membro della commissione di esperti valutatori presso la World Bank, che non sa cosa significa la stanchezza del lavoro, che non è mai salita su un treno di pendolari o su un mezzo pubblico all’ora di punta, che non è mai tornata a casa trovando i panni da lavare, i bambini da accudire, la cena da preparare, usa il termine “garantiti” per indicare con disprezzo quei lavoratori che alla fine del mese in un modo o nell’altro ricevono ancora uno stipendio. E mentre parla, la macchina da presa la inquadra obliquamente dal basso per conferire al personaggio un effetto di autorevolezza e superiorità quando si lamenta della lentezza del cambiamento. Eppure c’è una cosa che in Italia è cambiata e molto rapidamente e solo in peggio: il contratto di lavoro, che non esiste più. Perché questo hanno fatto Berlusconi nel 2011 e Monti-Fornero nel 2012: hanno cancellato l’art. 18 dello Statuto Dei Lavoratori (diritto alla reintegrazione nel proprio posto di lavoro in caso di licenziamento senza giustificato motivato) e demolito il valore erga omnes del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro con l’art. 8 della legge finanziaria del 2011. Questi erano due baluardi a difesa del lavoratore, tolti i quali questo resta privo di difese, resta solo davanti al potere soverchiante del datore di lavoro (usiamo una parola ottocentesca: il padrone) che può ricattarlo con lo spettro del licenziamento (art. 18) e imporgli ogni prestazione o orario (art.8). La trufferia di Emmot non è inferiore alla trufferia di parole con cui Monti-Fornero hanno presentato le loro “riforme” definendole “misure a sostegno dell’occupazione”. Ecco cosa va a sostegno dell’occupazione secondo lorsignori: il padrone che a una richiesta qualsiasi del lavoratore – orario, aumento salariale, mansioni, sicurezza etc. – risponde “se alzo il telefono ne trovo altri 500 come te”. Eppure, proprio in tema di lavoro Emmot avrebbe trovato materiale per parlare della vera Good Italy intervistando gli operai di Melfi o di Pomigliano, o qualcuno dei militanti delle organizzazioni politiche che si sono impegnati per raccogliere le firme necessarie all’indizione di un referendum per abrogare queste due leggi (L’OTTOperilDICIOTTO, www.referendumlavoro.it). In tre mesi, nonostante il boicottaggio sistematico di tutte le televisioni e di tutti i giornali (uniche eccezioni Il Manifesto e in parte Pubblico e Il Fatto), erano state raccolte ben più delle 500.000 firme necessarie alla richiesta di un referendum abrogativo. Perché il referendum si potesse tenere era sufficiente che le Camere non fossero sciolte nello stesso anno solare. Per questo, dopo le annunciate dimissioni di Mario Monti, il 17 dicembre Paolo Ferrero aveva rivolto un appello pubblico al Presidente Napoletano perché sciogliesse le camere dopo il 31 dicembre. Le Camere sono state sciolte prima del 31 dicembre. Le firme raccolte possono andare al macero, il referendum non si farà. Questo sì che è un vulnus alla democrazia che meriterebbe un bel documentario. Il titolo già c’è: Democracy in a coma. Màrtiri dimenticati Emmot riesce a commuovere anche gli spettatori consapevoli di quanto detto finora, quando ci fa rivedere le immagini della strage di Capaci. E’ vero: l’Italia è un paese di màrtiri. Vittime del terrorismo politico degli anni Settanta e Ottanta – giudici, guardie carcerarie, carabinieri, poliziotti, giornalisti, operai -, poliziotti, carabinieri, magistrati, giornalisti che hanno perso la vita nella lotta alla mafia, contadini e sindacalisti ammazzati nelle lotte per la terra della fine degli anni Quaranta e negli anni Cinquanta, (oggi il vino prodotto da Libera su terre confiscate alla mafia porta il nome di uno di loro: Placido Rizzotto). Non ricorda però che ogni anno in Italia ci sono oltre 1200 morti sul lavoro. Per l’informazione di regime sono solo numeri nelle statistiche, eppure anche le statistiche sarebbero eloquenti. Studiandole si vede come la maggior parte degli incidenti avvengono verso la fine dei turni, quando la stanchezza fa calare il livello di attenzione, oppure per la fretta di compiere tante operazioni in tempi sempre più compressi, perché la produttività deve sempre e solo aumentare, o perché la postazione di lavoro non è messa in sicurezza. Ma Emmot sarebbe capace di chiedersi che cosa succede a un manovale che chiede al suo capocantiere di mettere in sicurezza un’impalcatura? Il giorno dopo è licenziato. Anche questi sono màrtiri.

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Depistaggio informativo, mistificazioni, omissioni: questo è Girlfried in a coma. Un’occasione perduta, o meglio un’astuta e ben confezionata mossa preelettorale a favore della nuova destra in grisaglie di Mario Monti, perché tutto cambi affinché tutto resti com’era. Quello che è successo di grave in Italia negli ultimi 20 anni non è solo Berlusconi, la degenerazione morale (perché, prima com’era?), il bunga bunga, le corna, il cucù, le olgettine etc. Questa è robetta buona per far vendere qualche copia in più ai giornali di centro-sinistra, materia per qualche regista, scrittore e intellettuale da salotto. Quello che è successo di grave è stata la vittoria del fondamentalismo religioso neoliberista, per cui ogni fatto umano deve essere sottoposto alla legge del profitto. Ma per parlare di questo ci vorrà un altro documentario, altri luoghi da visitare: fabbriche, ospedali, scuole, treni dei pendolari; e altri protagonisti da far parlare: i milioni di italiani onesti che si guadagnano la vita con il loro lavoro, o che il lavoro lo cercano sempre più disperatamente, che non hanno conti cifrati all’estero, quelli che i disastri del neoliberismo li subiscono nelle loro vite e nelle loro speranze.

Massimo Sabbatini

http://noiartura.wordpress.com

Pubblichiamo l’introduzione del nuovo libro di Roberto Gramiccia La strage degli innocenti, un volume di inchiesta e di riflessione che parte dalla stridente contraddizione fra le teorie dei cosiddetti difensori della vita (caso Englaro, aborto, eutanasia ecc.) e il silenzio catacombale che incombe sul fenomeno raccapricciante che il libro intende denunciare. Questo fenomeno riguarda l’emarginazione sociale, la sofferenza, la reclusione in istituti e la morte di milioni di anziani e meno anziani socialmente fragili. L’insufficiente, e soprattutto distorta, assistenza riservata a queste fasce sociali più vulnerabili – ulteriormente peggiorata dalla crisi e dai tagli alla sanità pubblica – mentre assicura lauti guadagni all’imprenditoria privata, produce quotidianamente un attentato alla vita di cui nessuno si occupa, tanto meno i cattolici fondamentalisti. Un attentato tanto più pericoloso e spietato quanto minore è la protezione sociale di chi ne è fatto oggetto. In questo senso rappresenta il più classico e scolastico esempio di ingiustizia di classe. Il libro è arricchito da conversazioni che mettono assieme competenze diverse ma convergenti nel confermare la giustezza della denuncia di cui l’autore si fa promotore.

In Senza categoria on marzo 1, 2013 at 9:08 am

La strage degli innocenti di cui nessuno parla

Secondo la tradizione evangelica (Matteo, 2-1,16), la «strage degli innocenti» è quella che Erode perpetrò su tutti i bambini di Betlemme allo scopo di uccidere Gesù. Non è certo che questa «verità evangelica» abbia un fondamento storico ma ho pensato ugualmente di prendere a prestito l’espressione «strage degli in- nocenti», resa universale dal Nuovo Testamento, per intitolare questo libro. In questo modo, infatti, intendo denunciare, ab initio e senza giri di parole, proprio un terribile stermino, sulla cui maledetta autenticità, purtroppo, non ci sono dubbi. Lo farò a partire dalla mia esperienza personale di medico, e avendo potuto disporre dell’opinione disinteressata e preziosa di figure autorevoli che hanno competenze specifiche (filosofiche, politiche, sindacali, socio-sanitarie). Queste figure sono state accostate e interrogate con intelligenza e grande sensibilità umana da un coprotagonista di questa mia piccola ma impegnativa impresa, il giornalista Vittorio Bonanni. Anche lui, come me, ha sposato la causa della denuncia di quello che abbiamo insieme definito un vero e proprio omicidio sociale.
Ancor più delle caratteristiche raccapriccianti di questa strage, della sua entità e della sua assurdità – visto che si consuma nel cuore dell’Occidente capitalistico cosiddetto democratico – quello che appare odioso è il silenzio macabro che la avvolge, che è poi il motivo più forte che mi ha spinto a portare a termine questo libro di inchiesta e di riflessione. Almeno della strage degli innocenti, di cui Erode si macchiò, è rimasta un’autorevole testimonianza. Della morte evitabile di migliaia di vecchi e meno vecchi (o anche non vecchi) in condizioni di fragilità che scompaiono, fra gravi sofferenze, a causa di una assistenza socio-sanitaria carente e/o inadeguata, in un paese che è considerato dall’Oms al secondo posto nel mondo dal punto di vista della efficacia-efficienza del suo sistema socio-sanitario, nessuno parla.
Questo silenzio è catacombale. Pesa come un macigno sulla nostra società civile. E ciò che appare più intollerabile è che, mentre questo stermino si consuma, ogni qual volta le circostanze lo permettono, si ritorna a straparlare di «difesa della vita». Lo si è fatto sin troppo in occasione del caso Englaro; lo si fa colpevolizzando chiunque a qualsiasi titolo sollevi solamente il problema dell’eutanasia; lo si fa a proposito della legge n. 194 sull’aborto che, come i consultori materno-infantili, è ormai entrata nel mirino delle fasce più oltranziste dei cosiddetti difensori della vita; lo si fa a proposito della fecondazione artificiale.
E allora io voglio accettare la sfida. Se è vero che la vita va di- fesa sempre e comunque, mi spiegate come mai di quella di cittadini socialmente deboli che si trovano in difficoltà, connesse alle loro insoddisfatte esigenze socio-sanitarie, non frega niente a nessuno? Non parlo di difficoltà eccezionali o di eventi imprevedibili. Ma di circostanze dolorosamente normali, come una malattia invalidante o ancora più banalmente come una caduta le cui conseguenze pregiudichino, anche solo temporaneamente, l’autonomia funzionale. Vorrei (è questo lo scopo principale di questo libro) che lo stesso fondamentalismo schierato a favore della vita con cui si affronta, ad esempio, il problema della nutrizione artificiale nei malati pre-terminali, fosse sfoderato per difendere quei poveri cristi di cui oggi nessuno si occupa. Questi cittadini, evidentemente figli di un Dio minore, non hanno voce. Questo libro gliela vuole dare.
Che un settantenne povero e solo sia «vivo» almeno come un embrione a poche ore dal concepimento, o come un malato in stato vegetativo da anni, o come un paziente oncologico deciso a porre fine alle sue sofferenze appare difficilmente contestabile. E allora perché nessuno si occupa delle peripezie che questi cittadini fragili devono affrontare, quando vanno incontro non a eventi eccezionali, ma ad accidenti del tutto comuni nella vita di un uomo e di una donna? Queste peripezie, per una serie di ragioni, che questo libro si incarica di analizzare e denunciare, rischiano quotidianamente di condurli ad una morte dolorosa e indecente, dopo un periodo più o meno lungo di cosiddetta cronicità. E il particolare non trascurabile da porre in evidenza è che si tratta di persone che non vogliono morire. Che vorrebbero vivere e, ove possibile, recuperare ciò che è recuperabile della propria autonomia e che non possono farlo perché non sono messe nella condizione di riuscirci.
Una morte dolorosa e indecente, dicevo. Dolorosa perché purtroppo essa non arriva rapidamente a porre fine alle disgrazie di un condannato dalla propria condizione di classe, ma sopraggiunge gradualmente, con lentezza, dopo sofferenze indicibili fatte di isolamento, immobilità coatta, piaghe da decubito, cateterizzazioni, infezioni sovrapposte e ogni sorta di calamità. Indecente perché il teatro in cui questo scandalo si consuma è quello di una società che vorrebbe definirsi civile (il migliore dei mondi possibili). È quello degli spazi inadeguati messi a disposizione da un Sistema sanitario nazionale in via di progressivo smantellamento, quando addirittura non coincide con i «non luoghi» di una «non assistenza» abbandonata alla privatezza fatiscente e di- sperata di una solitudine inemendabile.
Chi pensasse che tutto questo accade per semplice (ancorché colpevole) sciatteria o insipienza da parte delle istituzioni preposte a intervenire in questi casi (le Asl e gli enti locali) sbaglierebbe di grosso. Nella patogenesi di questo mostruoso e ignorato fenomeno, purtroppo, ci sono motivazioni tutt’altro che casuali. Ci sono gli interessi colossali di un mondo imprenditoriale che infiltra la sanità pubblica per fare affari. Perché pensate che l’Assistenza domiciliare socio-sanitaria integrata sia fallita (clamorosamente nel Lazio, nonostante un’ottima legge che la dovrebbe regolare)? Forse per semplice incapacità politica? No di certo. La ragione è un’altra e coincide con la necessità di «spingere» le Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) che, guarda caso, in questa regione almeno, sono tutte private (accreditate), cioè finanziate con soldi pubblici ma generatrici di profitti totalmente privati. Una sola soluzione (non certo la migliore), rispetto alle altre possibili, per i problemi della cronicità e della perdita di autonomia. Guarda caso la più vantaggiosa per gli imprenditori privati.
Del resto, questo è solo un esempio rivelatore di un più complessivo processo di decostruzione della sanità pubblica a favore di quella privata. Processo che, a sua volta, è un sottoinsieme del più generale attacco allo Stato sociale, portato avanti dal Governo Monti su indicazione della Banca centrale europea, della Ue e delle altre centrali internazionali del potere finanziario. È su questo scandalo, avvolto fra i veli di un’ipocrisia pelosa, incredibilmente ignorato dai media, con l’aggravante della insufficiente e distorta attenzione espressa da parte di chi politicamente dovrebbe difendere gli interessi delle classi vittime di questa situazione, che questo libro intende gettare un fascio di luce.

Roberto Gramiccia, “La strage degli innocenti. Terza età: anatomia di un omicidio sociale”,
euro 15, pp 272, ed. Ediesse
Roberto Gramiccia
http://www.liberazione.it